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Ruolo dell'infezione da virus dell'epatite C sull'accesso al trapianto renale.

Riferimento bibliografico:
(GIN Numero speciale S43 dedicato agli: ABSTRACT del 49° Congresso Nazionale della Società italiana di Nefrologia, Rimini 8-10 Ottobre 2008) Giornale Italiano di Nefrologia Anno 25 n. S43, S107, 67; 2008
Data pubblicazione:
Autori: Di Napoli A1, Di Lallo D1, Petrosillo N2, per il Registro Dialisi del Lazio 1Laziosanità, Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio di Roma, Roma; 2Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, Roma;
Introduzione. Alcuni studi hanno valutato il ruolo dell’infezione al virus dell’epatite C (HCV) del ricevente sull’esito di un trapianto renale. Invece, pochi studi hanno investigato sulla relazione tra infezione all’HCV e accesso a un trapianto renale. Lo scopo dello studio era analizzare l’impatto di una positività sierologica al virus dell’HCV all’inizio della terapia renale sostitutiva sulla probabilità di ricevere un trapianto renale. Metodi. La fonte dei dati era rappresentata da tutti gli 8977 pazienti che hanno iniziato una dialisi cronica, notificati al Registro Dialisi del Lazio (RDL) dal 1995 al 2006. Lo status HCV Ab era stato definito usando test ELISA e RIBA di terza generazione. È stato condotto uno studio di coorte retrospettivo per stimare l’incidenza cumulativa di trapianto, per status HCV Ab all’inizio della terapia dialitica cronica, usando il metodo di Kaplan-Meier. Attraverso un modello multivariate di Cox abbiamo stimato l’hazard ratio (HR) di trapianto dei soggetti HCV Ab positivi rispetto agli HCV Ab negativi. Sono stati esclusi dall’analisi 3676 soggetti deceduti durante la terapia dialitica senza ricevere un trapianto, per evitare un rischio competitivo.
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