On line la “Top 10” della letteratura nefrologica 2017
Dai “social” la classifica dei lavori scientifici che stanno cambiando la nefrologia moderna

Proprio ad opera di questo team (#NephTwitter) dopo quelle del 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015,e 2016, viene stilata la definitiva “Top Ten” della letteratura nefrologica del 2017.
Ecco i vincitori democraticamente votati (% di voti per ogni studio scelto per Top Story 2017):
- 10. ACQUA E SALE NEGLI ASTRONAUTI RUSSI PUBBLICATO SU J CLIN INVEST: 12% di voti (MAGGIO).
Gli autori hanno riconosciuto e colto l'opportunità unica di studiare il bilanciamento del sodio a lungo termine nell'uomo, grazie a due voli spaziali simulati su Marte, uno di 105 giorni e uno di 520 giorni. Quello che hanno prodotto è un articolo di 12 pagine e un supplemento di 1131 pagine che hanno rinforzato alcuni dei concetti base dell’equilibrio Na/H2O ma anche sollevato alcuni nuovi concetti. Si scopre, infatti, che mentre il rene svolge il ruolo principale nella gestione di acqua e sale a lungo termine, l’escrezione di sodio può seguire uno schema ciclico e la sete e l'ingestione di acqua non sembrano essere direttamente coinvolte in questo processo.
- 9. TESTING TRIAL: USO DEGLI STEROIDI NELLA GLOMERULONEFRITE AD IGA SU JAMA: 12% DI VOTI (MAGGIO).
In questo studio, 262 pazienti sono stati sottoposti a randomizzazione; 136 al metilprednisolone e 126 al gruppo placebo. Dopo un follow up mediano di 2,1 anni, l'outcome primario (ESKD) si è verificato in 8 pazienti nel gruppo metilprednisolone e 20 pazienti nel gruppo placebo (5,9% vs 15,9%, p = 0,02).
Il reclutamento è stato interrotto a causa dell’incidenza di eventi avversi gravi (per lo più infezioni) nei pazienti cortisonizzati, gli autori hanno così concluso che l'uso di metilprednisolone in pazienti con nefropatia da IgA può avere un beneficio, tuttavia, è associato ad un alto tasso di eventi avversi.
- 8. NUOVI MODELLI DI RATTO APOL1 DETERMNANO DANNO PODOCITARIO E MALATTIA RENALE IN NATURE MEDICINE: 13% DI VOTI (APRILE)
Questo documento di Nature Medicine ha esplorato i meccanismi di podocitopatia che stanno alla base dello sviluppo della malattia renale cronica con le varianti a rischio di APOL1 spingendo molto in avanti il campo delle conoscenze finora acquisite in questo ambito.
Gli autori, guidati dal Dott. Susztak, hanno infatti dimostrato che la malattia renale correlata al rischio di APOL1 è specifica per i podociti e si riferisce meccanicamente all'autofagia dei podociti e alla morte delle cellule piroptotiche.
- 7. MENTOR TRIAL: RITUXIMAB VERSUS CYCLOSPORINE NELLA NEFROPATIA MEMBRANOSA PRESENTATA ALL'ASN: 14% DI VOTI (NOVEMBRE)
Tutti i nefrologi sanno che la base delle conoscenze circa il trattamento della sindrome nefrosica primaria è molto debole.
MENTOR rettifica in parte queste lacune con questo studio multicentrico, randomizzato e controllato, sulla Nefropatia membranosa, la causa più comune di sindrome nefrosica primaria negli adulti.
130 pazienti sono stati randomizzati a Rituximab o Ciclosporina per 12 mesi di trattamento. La remissione completa o parziale dopo 24 mesi si è verificata nel 62,5% della coorte di Rituximab rispetto al 20,6% della coorte di ciclosporina (IC 95% 2,7-13,2). I pazienti trattati con ciclosporina avevano un rischio più elevato di fallimento del trattamento a 24 mesi rispetto a Rituximab (79,4% contro 37,5%, IC 95% 24,7-55,9). Il rituximab ha impiegato più tempo per ottenere la remissione rispetto alla ciclosporina, ma Rituximab ha mostrato meno eventi avversi.
Sebbene questo studio non abbia messo a confronto Rituximab con gli agenti alchilanti ancora raccomandati da KDIGO ed ha escluso quelli con eGFR <40 ml / min, è importante perché mette in evidenza la relativa sicurezza e non inferiorità di Rituximab rispetto alla Ciclosporina nella Nefropatia membranosa.
- 6. IL TRAPIANTO DI RENE DA DONATORI AFFETTI DA EPATITE C IN RICEVENTI SIERONEGATIVI: 17% DI VOTI (APRILE)
Nonostante la grave carenza di organi ed i lunghi tempi di attesa, circa 500 reni HCV vengono scartati ogni anno.
Due audaci studi condotti separatamente dalla Università della Pennsylvania (Thinker) e dalla Università Johns Hopkins (Expander-1) hanno testato la sicurezza e l'efficacia del trapianto di reni infetti da HCV in pazienti non infetti, seguito da un trattamento antivirale. Una vera e propria rivoluzione nella storia del trapianto che aumenta le speranze di molti pazienti che aspettano a lungo di ricevere un trapianto di rene. Uno degli ostacoli previsti dallo studio era l’alto costo dei farmaci anti-HCV che già a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione sembra essere molto ridimensionato.
- 5. LE NUOVE LINEE GUIDA AHA/ACC PER L'IPERTENSIONE ARTERIOSA PUBBLICATE SU HYPERTENSION E SU J AM COLL.: 18% DI VOTI (NOVEMBRE)
Prontamente pubblicate su Hypertension e su Journal of the American College of cardiology, rappresentano il primo aggiornamento dopo quasi quattordici anni: rispetto all’edizione 2003, scompare la categoria della ‘pre-ipertensione’ e si abbassa il livello di normalità a 120 su mmHg. Secondo questi nuovi criteri gli ipertesi Statunitensi potrebbero passare dal 32% al 46% della popolazione, la maggior parte dei quali gestibili con un accurato counselling sugli stili di vita (più che con farmaci antipertensivi). In particolare si stima che triplicheranno gli ipertesi “under 45” ed addirittura in questa stessa fascia d’età raddoppierà il numero delle donne (vedi ES).
Tutte le linee guida sono facilmente disponibili su guideline hub con un riassunto più semplice disponibile anche qui
- 4. REPRISE TRIAL: TOLVAPTAN NEGLI STADI AVANZATI DELLA MALATTIA RENALE POLICISTICA IN NEJM: 21% DI VOTI (NOVEMBRE).
Nel 2012 Tolvaptan era stato approvato in Europa, ma in America la FDA aveva richiesto ulteriori dati di sicurezza in attesa della definitiva approvazione, da questa esigenza lo studio.
Nel REPRISE trial sono stati arruolati pazienti con malattia renale più grave rispetto a TEMPO (GFR 25-65) e l'end-point primario era il cambiamento nel tempo del filtrato calcolato (v. formule).
I risultati:
- La perdita di eGFR è stata ridotta da tolvaptan da 3,61 ml / min / anno a 2,34 ml / min / anno (p <0,001).
- L'aumento di transaminasi si è verificato nel 5,6% dei pazienti trattati con Tolvaptan rispetto all'1,2% dei pazienti trattati con placebo.
- 3. CANVAS: CANAGLIFLOZIN ED EVENTI CARDIOVASCOLARI E RENALI IN PAZIENTI DIABETICI TIPO 2 IN NEJM: 23% DI VOTI (NOVEMBRE)
- 2. PRESERVE TRIAL AFFRONTA LA NEFROPROTEZIONE OFFERTA DA SODIO BICARBONATO ED ACETILCISTEINA NELLA NEFROPATIA DA MEZZO DI CONTRASTO IN NEJM: 26% DI VOTI (NOVEMBRE
Randomizzando poco più di 5000 pazienti, in questo studio finanziato dal Veterans Affairs, non vi era assolutamente alcuna differenza tra acetilcisteina e placebo, o bicarb vs normale vecchia soluzione salina. Infatti, il processo è stato interrotto presto per futilità, data l'assoluta mancanza di differenza rilevata tra acetilcisteina e placebo ("no benefit"!).
- 1. SuPAR E APOL1 IN NATURE MEDICINE: 50% DI VOTI (GENNAIO)
Lo studio attuale ha esaminato l'associazione tra varianti di rischio suPAR, apolipoproteina L1 (APOL1), e declino di eGFR in due coorti separate di individui di origine africana. Ha trovato che i livelli di plasma SuPAR prediscono in modo indipendente il declino della funzione renale in individui con due copie delle varianti di rischio APOL1.
Ha anche esplorato la possibilità di un'interazione proteina-proteina tra suPAR, APOL1 e αvβ3 integrina e ha dimostrato che le varianti di rischio G1 e G2 di APOL1, ma non la proteina di riferimento G0, si sincronizzano con suPAR nell'attivazione dell'integrina αvβ3 sui podociti. Questo legame causa cambiamenti nella struttura e nella funzione, consentendo l'insorgenza della malattia.
Usando modelli cellulari e topi geneticamente modificati, gli autori hanno riprodotto i cambiamenti della malattia renale dopo l'espressione delle varianti del gene APOL1, ma la malattia ha richiesto la presenza di suPAR (alto livello).
Gli afroamericani hanno un più alto tasso di insufficienza renale rispetto a qualsiasi altro gruppo di persone. In effetti, gli afroamericani hanno da quattro a cinque volte più probabilità di avere un'insufficienza renale, rispetto agli americani di origine europea. La scoperta delle varianti genetiche nel gene APOL1 insieme con i risultati di questo studio può spiegare una grande parte di questa importante disparità di salute.
Aspettando di vedere cosa saprà offrirci il 2018… Buon Anno alla Nefrologia!