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Giornata Internazionale della Donna: il ruolo femminile e le sfide ancora aperte in nefrologia

Le battaglie delle donne in medicina: dalla salute renale alla carriera in corsia

Foto di LJNovaScotia da Pixabay
Foto di LJNovaScotia da Pixabay
L’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, non è solo un’occasione per celebrare i progressi raggiunti in tema di diritti e opportunità, ma anche per riflettere sulle sfide ancora aperte.

Tra queste, un aspetto poco discusso ma di grande rilevanza riguarda le disuguaglianze di genere nell’accesso alle cure. anche nefrologiche.

Negli ultimi anni è andata aumentando la consapevolezza che sesso e genere rappresentano determinanti di rilievo nell’insorgenza e nella progressione delle nefropatie, nel referral nefrologico, nella risposta e nell’aderenza alle terapie e infine per quanto riguarda gli esiti per il paziente. In molti Paesi con disuguaglianze di genere riguardanti il reddito, il grado di istruzione e di occupazione lavorativa, il genere femminile si associa inoltre a una significativa disparità: dall’accesso alla salute nefrologica alla possibilità di ricevere un trapianto.

Gravidanza, insufficienza renale acuta, malattie autoimmuni, la malattia renale cronica, dialisi e trapianto rappresentano sfide specifiche per le donne, e, a questo riguardo, molte domande rimangono ancora oggi senza risposta.

Gravidanza e salute renale: un legame complesso
La gravidanza è una sfida unica e rappresenta la maggiore causa di Insufficienza Renale Acuta (IRA) in donne in età fertile.
  • IRA e preeclampsia sono fattori di rischio per il futuro sviluppo di Malattia Renale Cronica (MRC) nella madre e la principale causa di IRA e morte materna nei Paesi in via di sviluppo.
  • Inoltre, la salute materna in gravidanza, ed in particolare il parto pre-termine, hanno ripercussioni sulla salute dei bambini e sul rischio di sviluppare diabete, sindromi metaboliche, malattie cardiovascolari e MRC nell’età adulta.
  • L’età avanzata della madre e il ricorso sempre più frequente alle tecniche di fecondazione assistita stanno portando a un aumento delle complicanze nefrologiche in gravidanza, rendendo urgente un’analisi più approfondita delle cure necessarie in questi casi.
Malattie autoimmuni e nefropatie: una battaglia al femminile
Il fardello costituito delle Malattie Autoimmuni sulla salute pubblica è considerevole, come causa di morbidità e mortalità nelle donne in età adulta.

Queste patologie, come il Lupus, l’Artrite Reumatoide e la Sclerodermia, interessano preferenzialmente il sesso femminile e sono caratterizzate da un’infiammazione sistemica che conduce ad una disfunzione degli organi target, e tra questi anche dei reni.

Le differenze di genere nell’incidenza e la diversa gravità di queste malattie derivano da complesse interazioni tra fattori ormonali, genetici ed epigenetici.

Nonostante i progressi nella ricerca, molte domande restano ancora senza risposta: esistono differenze di genere nella risposta ai trattamenti? Gli ormoni sessuali influenzano l’efficacia delle terapie? La mancanza di dati specifici rischia di limitare l’efficacia delle cure personalizzate per le donne affette da queste gravi condizioni.

Terapia sostitutiva della funzione renale (dialisi e trapianto)
Nelle coorti di soggetti affetti da Malattia Renale Cronica, la prevalenza nelle donne è sempre inferiore rispetto a quella degli uomini, ed il rischio di progressione verso dialisi o trapianto è inferiore.
Tuttavia, le donne con malattia renale cronica hanno un rischio cardiovascolare più elevato rispetto alla popolazione generale.

L’accesso alla terapia sostitutiva non è né uguale né equo in tutto il mondo. Le donne non hanno un accesso pari agli uomini alla terapia sostitutiva nei Paesi dove questa è limitata poiché, in molte società, ci sono svantaggi radicati in fattori socioculturali. Inoltre, mediamente, le donne che si sottopongono a emodialisi portano accessi venosi meno performanti rispetto a quelli degli uomini (più spesso dotati di “fistola”, gold standard universalmente riconosciuto)

Per quello che riguarda la donazione, donne, madri, sorelle e mogli donano più facilmente un rene di quanto poi non lo ricevano (sia da donatore vivente sia da cadavere); l’accesso alle liste d’attesa pre-trapianto è inferiore e l’attesa è spesso più lunga.

Donne nella nefrologia: più presenza, meno leadership
Negli ultimi decenni, la presenza femminile in medicina è cresciuta esponenzialmente.
In Europa, le laureate in medicina rappresentano oggi il 60-70% del totale, e la nefrologia non fa eccezione. Tuttavia, questa crescita numerica non si traduce in un pari accesso ai ruoli di leadership: solo il 12% delle donne occupa posizioni apicali in strutture complesse e appena il 9% raggiunge i vertici accademici.

Questo divario evidenzia la necessità di un cambiamento culturale che favorisca un maggiore equilibrio di genere anche nelle posizioni decisionali. La presenza di più donne in ruoli chiave potrebbe, infatti, contribuire a una maggiore attenzione alle specificità della salute femminile in ambito nefrologico.

Verso una medicina di genere nella nefrologia
Gli studi epidemiologici confermano che le malattie renali si manifestano in modo diverso tra uomini e donne, e che fattori biologici e socioculturali influenzano gli esiti clinici. Tuttavia, la maggior parte delle terapie attuali non tiene conto delle differenze di genere. Serve una maggiore personalizzazione dei trattamenti e una ricerca più attenta all’impatto degli ormoni sessuali sulla progressione delle malattie renali.

Inoltre, nei Paesi a medio e basso reddito, le disparità di accesso alle cure sono aggravate da fattori economici e culturali, evidenziando la necessità di politiche sanitarie più inclusive.

Conclusioni
Nonostante i progressi nella medicina e nella società, le donne affrontano ancora sfide importanti in ambito nefrologico, sia come pazienti che come professioniste.

La Giornata Internazionale della Donna diventa quindi un’occasione per promuovere una medicina più equa e inclusiva, capace di rispondere alle specifiche esigenze femminili.

Solo attraverso una maggiore consapevolezza e azioni concrete sarà possibile colmare il divario di genere nella salute renale e nella carriera medica.



Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD

Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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