Danno renale e obesità: un binomio silenzioso
Non è solo un problema estetico o di peso ma una vera e propria malattia cronica che può compromettere seriamente la salute

Attualmente 600 milioni di persone nel mondo soffrono di obesità e la situazione non è migliore in Italia:
- il 60% degli uomini e il 40% delle donne sono in sovrappeso;
- l'obesità grave (BMI > 35) colpisce oltre un milione di persone (2,3% della popolazione adulta), con una maggiore incidenza nelle donne;
- il problema è più diffuso nelle regioni meridionali.
L’obesità è infatti strettamente correlata a malattie cardiovascolari e altri disordini metabolici come l’ipertensione arteriosa, l’insulino-resistenza, il diabete mellito di tipo 2 e l’infiammazione cronica.
Meno noto, ma altrettanto grave, è il suo legame con la Malattia Renale Cronica (MRC).
Studi scientifici dimostrano che il sovrappeso aumenta il rischio di insufficienza renale, fino alla sua forma più severa (End-Stage Renal Disease), che può richiedere dialisi o trapianto di rene.
Ma in che modo il peso in eccesso influisce sulla salute renale? Scopriamolo insieme.
L’eccesso di peso costringe i reni a un superlavoro, chiamato iperfiltrazione, che nel tempo può portare a una progressiva riduzione della loro funzione; le manifestazioni cliniche dell’obesità sul rene possono includere albuminuria, sindrome nefrosica, nefrolitiasi.
Uno dei primi studi a dimostrare questa correlazione risale al 1974, quando Weisinger (PMID: 4416380) descrisse un caso di malattia renale in un paziente obeso, con remissione della sintomatologia dopo una significativa perdita di peso e recidiva in caso di nuovo aumento ponderale. In questo cao si trattava di una Glomerulosclerosi Focale Segmentale (GSFS), ma istologicamente possono riscontrarsi ingrandimento glomerulare dovuto alla ialinosi e alla fibrosi (PMID: 11260414). Inoltre l’accumulo di lipidi nel rene induce alterazioni strutturali e funzionali delle cellule mesangiali, dei podociti e delle cellule tubulari prossimali con adesione alla capsula di Bowman (PMID: 34715396).
I meccanismi fisiopatologici alla base del danno renale secondario ad obesità sono diversi e complessi.
- Alterazioni emodinamiche: l’aumento della massa corporea fa sì che i reni debbano filtrare una quantità maggiore di sangue, stressando i glomeruli.
- Attivazione del sistema renina-angiotensina: questo sistema, che regola la pressione arteriosa, viene sovrastimolato, favorendo ipertensione e danno renale.
- Iperinsulinemia e resistenza all’insulina: alterazioni tipiche dell’obesità che contribuiscono alla disfunzione renale.
- Infiammazione cronica e adipochine: le cellule adipose rilasciano sostanze infiammatorie che peggiorano il danno renale.
Inoltre, l'obesità è associata a un aumento del rischio di nefrolitiasi e calcolosi delle vie urinarie (PMID: 15671430), specialmente nelle donne, a causa di:
- bassi livelli di citrato urinario e ridotto flusso urinario;
- elevati livelli di solfato e sodio urinario;
- elevata escrezione urinaria di calcio e acido urico, favorita da un'alimentazione ricca di fruttosio (PMID: 17928824).
(leggi anche Ipertensione arteriosa e litiasi renale: una strana coppia!).
La terapia convenzionale dell’obesità si basa su quattro pilastri:
- Dieta ipocalorica: ridurre l’apporto calorico è essenziale per la perdita di peso.
- Attività fisica: aiuta a migliorare il metabolismo e ridurre il rischio di complicanze.
- Modifiche dello stile di vita: educare a un’alimentazione sana e a un maggiore movimento quotidiano.
- Terapie farmacologiche: farmaci come GLP1-RA (che hanno effetti benefici anche su cuore e reni), fentermina, orlistat e bupropione-naltrexone possono aiutare nella gestione del peso.
La chirurgia bariatrica rappresenta un'opzione efficace per la perdita di peso duratura e la riduzione delle comorbilità. Sebbene comporti potenziali complicanze metaboliche (anemia, deficit vitaminici, calcolosi), garantisce un miglior controllo delle patologie associate all'obesità.
Conclusioni:
La prevenzione e il trattamento dell'obesità non sono solo questioni estetiche, ma priorità di salute pubblica. Un approccio multidisciplinare è essenziale per ridurre il rischio di insufficienza renale e migliorare la qualità della vita. Il World Obesity Day ci ricorda che la lotta all’obesità è una sfida che riguarda non solo il singolo individuo, ma l’intera società: un cambiamento nei sistemi sanitari, alimentari e normativi è fondamentale per garantire un futuro più sano a tutti.
Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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