Nuovi traguardi terapeutici per la cura della malattia renale
Con una prevalenza pari al 7-10% della popolazione adulta, la patologia colpisce oltre tre milioni di soggetti in Italia
Infatti, le malattie renali croniche, a lungo considerate inguaribili o comunque con poche prospettive di cura, negli ultimi anni si sono avvalse di prospettive terapeutiche all'avanguardia, alcune di tanta rilevanza da indurre a parlare di un nuovo "Rinascimento" in ambito nefrologico…
In effetti siamo ormai di fronte ad una vera e propria rivoluzione nell’ambito delle cronicità, sicuramente una grande opportunità in termini di qualità e quantità di vita per i pazienti nefrologici che oggi si allontanano sempre più significativamente dal rischio delle impattanti terapie dialitiche spesso necessarie negli stadi più evoluti di malattia.
Numerosi studi hanno sostanzialmente confermato che le nuove “medicine” sono in grado di ritardare il declino renale di oltre dodici anni, se iniziati precocemente, e di quasi sei, se iniziati nelle fasi più avanzate, associate o meno alle terapie “convenzionali”.
Il nefrologo oggi dispone di un importante armamentario farmaceutico di cui gli Inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2-i) e gli Antagonisti non steroidei dei recettori per i mineralcorticoidi (MRA) sono forse gli esempi più rappresentativi in terapia conservativa; ma esistono molte altre nuove possibilità curative per malattie renali meno frequenti, ma non per questo meno importanti, come quelle cistiche o quelle auto-immuni e, addirittura, per condizioni associate alle nefropatie stesse, come ad esempio il prurito uremico, l’anemia secondaria, iperpotassiemia e l’iperparatiroidismo, che ci permettono di contrastare sempre più efficacemente le maggiori complicanze dell’insufficienza renale con rimedi sempre più precisi e vantaggiosi.
Insieme ai farmaci innovativi già a disposizione, recentemente un altro inibitore reversibile e selettivo dell'SGLT2, detto Empagliflozin, è stata approvato anche per il trattamento della Malattia Renale Cronica negli adulti con filtrato glomerulare maggiore o uguale a 20ml/min. La stessa molecola era già in regime di rimborsabilità SSN per il controllo del diabete mellito di tipo 2 e per il trattamento dello scompenso cardiaco (a frazione di eiezione preservata e ridotta); l’indicazione del farmaco, per il trattamento della malattia renale cronica si fonda sui risultati dello studio clinico di fase III EMPA-KIDNEY.
Lo studio rappresenta la più ampia valutazione clinica su farmaci di questa classe ed ha valutato efficacia e sicurezza di Empagliflozin su oltre 6.600 pazienti, in un ampio range di valori di filtrato glomerulare e con albuminuria assente o di vari gradi, riproducendo il contesto assistenziale della vita reale.
Cosa emerge? In aggiunta allo standard di cura, il medicinale si è dimostrato efficace nel rallentare la progressione della malattia renale e la morte per cause cardiovascolari, con una riduzione del rischio relativo del 28% rispetto al placebo. Il trattamento con il farmaco è risultato efficace indipendentemente dalla presenza di diabete, dai livelli di filtrato glomerulare (GFR fino a 20 millilitri al minuto) e dalla presenza e entità dell’albuminuria al basale. Inoltre, il trattamento con Empagliflozin ha ridotto significativamente il numero di ospedalizzazioni per ogni causa, con una riduzione del rischio relativo del 14% rispetto al placebo.
Gli aggiornamenti delle linee guida internazionali dell’organizzazione mondiale “Kidney Disease: Improving Global Outcomes” per la malattia renale cronica, riconoscono ampiamente queste evidenze, raccomandando di utilizzare la terapia con inibitore di SGLT2 come trattamento di prima linea per la malattia renale cronica in molte condizioni a rischio.
Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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