Consumo di noci ed effetti sulla malattia renale cronica
Le noci sono uno degli alimenti tipici della tradizione mediterranea. Essendo ricche di grassi insaturi e nutrienti possono apportare importanti benefici per la salute

In quasi tutto il mondo molti di questi semi sono diventati ingredienti fondamentali nelle diete bilanciate a causa dei molti benefici per la salute.
In particolare, il consumo di “noci” è aumentato nei paesi occidentali in seguito all'inclusione di questo gruppo di alimenti nelle linee guida alimentari per la promozione della salute da parte di diverse agenzie, tra cui la Food and Drug Administration.
Elenco di frutta secca (da non confondere con la frutta essiccata)
Anacardio (Anacardium sp.), senza guscio, tostato
Arachide (Arachis hypogaea), con e senza guscio, tostata
Castagna Secca (Castanea sativa)
Mandorla (Prunus dulcis), con e senza guscio
Nocciola (Corylus avellana), con e senza guscio
Noce (Juglans regia), con e senza guscio
Noce del Brasile (Bertholletia excelsa) con e senza guscio
Noce macadamia (Macadamia integrifolia), con e senza guscio
Noce pecan (Carya illinoinensis), con e senza guscio
Pinolo (Pinaceae spp.)
Pistacchio (Pistacia vera), tostato e salato con guscio
Girasole (Helianthus anuus)
Semi di Zucca (Cucurbita sp.)
Le prove a sostegno di questa scelta derivano da diversi studi clinici randomizzati controllati (riportati in allegato) che hanno dimostrato un effetto benefico sul colesterolo e sugli altri marcatori di malattia coronarica, nonché dall'osservazione epidemiologica che mostra una correlazione inversa tra il consumo di frutta secca e l’incidenza di malattie oncologiche, cardiovascolari e metaboliche in genere.
L’alto contenuto di L-Arginina, un substrato dell’ossido nitrico endoteliale coinvolto nel controllo della pressione arteriosa e del tono vasale, ne conferma i vantaggi anche in gravidanza.
Per non parlare del notevole profilo di micronutrienti:
- Vitamine E e B6, acido folico (essenziale per la sintesi del DNA e il metabolismo degli aminoacidi) e niacina (un coenzima essenziale per la glicolisi, la sintesi dei grassi e il ripristino dei tessuti).
- Vitamine liposolubili (es. tocoferoli) e polifenoli (es. catechine e resveratrolo): associati alla prevenzione di alcune malattie, con forti effetti antiossidanti tra la capacità di modulare l'espressione genica, diminuzione dell'aggregazione piastrinica, indurre apoptosi, aumentare la vasodilatazione, modulare le cellule segnalazione e attività associate all'attività cancerogena
- Rame (un cofattore essenziale in molte reazioni enzimatiche), magnesio (un cofattore essenziale in molte reazioni enzimatiche e nelle funzioni cardiache e polmonari), potassio (fondamentale per molte reazioni cellulari biochimiche come il mantenimento dei gradienti elettrochimici attraverso le membrane cellulari).
- Steroli vegetali (fitosteroli: stigmasterolo, campesterolo e sitosterolo) e polifenoli (catechine, resveratrolo, ecc.) che sono associati al miglioramento del profilo lipidico per il loro ruolo nel prevenire l'assorbimento del colesterolo endogeno e alimentare dall'intestino tenue. Gli steroli, infatti, prevengono l'incorporazione del colesterolo lipidico nelle micelle, necessarie per dissolvere il colesterolo
Ma vale anche per i malati di rene?
In effetti ad oggi avevamo già a disposizione prove cliniche che dimostravano come la frutta secca potesse migliorare lo stato di salute dei pazienti con insufficienza renale cronica. Tuttavia questi studi, anche per colpa della ridotta dimensione del campione studiato, non avevano portato a risultati conclusivi di evidenza a favore del consumo della cosiddetta "frutta a guscio"; inoltre l’alto contenuto di proteine, fosforo e potassio sembrerebbe andare in contrasto con le restrizioni dietetiche spesso consigliate ai soggetti malati di rene; per cui l'opinione corrente era fino a poche settimane fa che sarebbe stato necessario uno studio per valutarne definitivamente sia gli effetti complessivi sulla salute del nefropatico che la dose giornaliera eventualmente raccomandabile in questa speciale situazione… ed eccolo ora pubblicato su American Journal of Nephrology.
Gli Autori hanno analizzato i dati di 6.072 individui (di età ≥20 anni) inclusi nel progetto osservazionale National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) nel periodo compreso tra il 2003 ed il 2006 utilizzando un modello statistico di regressione logistica per valutare l'associazione tra la frequenza del consumo di frutta secca e la prevalenza di malattia renale cronica.
Inoltre, è stata applicata una regressione dei rischi proporzionali di Cox per stimare gli hazard ratio (HR) e gli intervalli di confidenza (CI) al 95% dell'associazione tra frequenza del consumo di noci e mortalità per tutte le cause (e cardiovascolare) rispettivamente tra gli affetti e non affetti da nefropatia.
E i risultati sono stati decisamente favorevoli per tutti gli obiettivi :
- Il consumo di frutta secca 1–6 volte a settimana correla ad una minore prevalenza di malattia renale (OR: 0,67; IC 95%: 0,49–0,91);
- Inoltre, un maggiore consumo di noci è significativamente associato ad una minore mortalità per tutte le cause (e cardiovascolare) nella popolazione affetta da insufficienza renale cronica (HR: 0,63; IC 95%: 0,47–0,86).
Ulteriori studi prospettici dovrebbero essere condotti per confermare questa conclusione che in ogni caso pare in linea con tutta la precedente letteratura a disposizione.
Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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