Un nuovo farmaco per il controllo del fosforo
In arrivo il Tenapanor: in monoterapia si conferma sicuro ed efficace

In particolare è emerso negli ultimi decenni il legame funzionale che il rene ha con altri organi, tra i quali certamente speciale risulta quello con l’osso responsabile della regolazione dei livelli di fosforemia.
L’attenzione che oggi si dà ai livelli di fosforo, definito da molti esperti come “il killer silenzioso”, è secondaria all'evidenza della stretta associazione con le calcificazioni vascolari e la evolutività della malattia renale.
Per questo motivo il fosforo è considerato uno tra i principali fattori di progressione di IRC insieme a proteinuria e ipertensione..
Non deve dunque meravigliare che l’attenzione terapeutica alla iperfosforemia nel nefropatico sia di molto aumentata negli ultimi anni, sia durante le fasi iniziali che nelle fasi più avanzate di malattia. Una testimonianza dell’accresciuto interesse si intuisce dall’incremento dei farmaci chelanti del fosforo dietetico disponibili in commercio.
I chelanti del fosforo, insieme alle indicazioni dietetiche e alla efficienza dialitica, rappresentano infatti uno dei tre cardini della terapia della iperfosforemia nei soggetti con insufficienza renale terminale.
Nonostante siano oggi numerosi i farmaci a disposizione del clinico, contenenti Calcio (C+) e non contenenti Calcio (C-), il chelante del fosforo ideale, cioè quel farmaco che permetta una chelazione ottimale in assenza di effetti collaterali e che presenti un buon rapporto costo-efficacia, non esiste e per questo la ricerca in questo campo prosegue. L’ultima promessa si chiama Tenapanor.
Il Dott. Glenn M. Chertow, della Stanford University di Palo Alto, California, ha condotto uno studio (PHREEDOM) di 52 settimane, consistente in un periodo di trattamento randomizzato di 26 settimane, in aperto, seguito un periodo di trattamento con placebo di 12 settimane, quindi da un periodo di sospensione randomizzato controllato, seguito da un periodo di estensione della sicurezza in aperto di 14 settimane.
I pazienti in dialisi con fosforemia compresa tra 6 e 10 mg/dL e un aumento di 1,5 mg/dL del fosfato dopo il washout sono stati randomizzati 3:1 a ricevere 30mg di tenapanor due volte al giorno o sevelamer carbonato (per il controllo). Dopo il periodo di intervento, i pazienti che ricevevano tenapanor sono stati nuovamente randomizzati 1: 1 a ricevere tenapanor o placebo per il periodo di osservazione.
- Il fosfato sierico è diminuito significativamente in media di 1,37 mg/dL (P <.0001) con tenapanor vs placebo.
- In un'analisi di efficacia che ha coinvolto 131 pazienti il fosfato sierico medio è diminuito da 7,7 mg/dL a 5,1 mg/dL dopo 26 settimane, con una riduzione media di 2,6 mg dL.
- Nella popolazione intent-to-treat di 407 pazienti, il 77% dei pazienti trattati con tenapanor ha mostrato una riduzione media del fosfato sierico di 2,0 mg/dL.
Il Tenapanor è associato a pochi effetti collaterali, prevalentemente gastrointestinali,
Quando si aggiungerà alle molecole e formulazioni già in commercio permetterà una ancora più accurata personalizzazione della terapia da caso a caso.
RIFERIMENTI
Chertow GM, Yang Y, Rosenbaum DP. Long-term safety and efficacy of tenapanor for the control of serum phosphorus in patients with CKD on dialysis.
Rosenbaum DP, Sprague SM. Tolerability of tenapanor, an investigational, first-in-class, non-binder therapy for the control of serum phosphorus in patients with CKD on dialysis.