Alla faccia del bicarbonato di sodio!
I benefici antinfiammatori del trattamento dell'acidosi metabolica nella malattia renale cronica

Ideale per la pulizia della casa, l'igiene personale e la profumazione e anche per la salute è utile averlo a portata di mano. Non solo per eventuali disturbi legati alla digestione o la cura di denti e mucose, ma trova effettivamente impiego nel trattamento di molteplici patologie come l'acidosi lattica, l'acidosi metabolica, le aritmie ventricolari o lo shock indotto da farmaci. Può essere. inoltre, utilizzato nel trattamento degli stati di intossicazioni da barbiturici, salicilati e alcool metilico, oltre che nelle sindromi emolitiche, nelle sindromi rabdomiolitiche e nelle iperuricemie. Ha inoltre la capacità di contrastare l'iperpotassiemia e ridurre l'infiammazione nelle malattie autoimmunitarie ed in particolare nella malattia renale cronica.
L'infiammazione è un meccanismo di difesa non specifico, che costituisce una risposta protettiva, seguente all'azione dannosa di agenti fisici, chimici e biologici, il cui obiettivo finale è l'eliminazione della causa iniziale di danno cellulare o tissutale, nonché l'avvio del processo riparativo. L’equilibrio tra la vie pro-infiammatoria e anti-infiammatoria è pertanto indipensabile per regolare il buon funzionamento dell’organismo tutto. Tuttavia, quando sono presenti talune condizioni patologiche, la via pro-infiammatoria può diventare iperattiva e provocare un'infiammazione cronica, causando ulteriori danni agli organi.
Infatti diversi studi hanno dimostrato che la perdita della funzionalità renale è direttamente associata ad elevati marker infiammatori che diventano parte in causa nella progressione della malattia stessa.
Inoltre i pazienti affetti da malattia renale, a causa di una progressiva iperproduzione di acidi e una contemporanea riduzione della concentrazione di bicarbonati, spesso sviluppano una condizione nota come acidosi metabolica di per se in grado di peggiorare l’andamento della patologia. Infatti molti studi osservazionali hanno dimostrato una stretta associazione tra i livelli sierici di bicarbonato sierico e la progressione della malattia renale e, a loro volta, quelli interventistici con supplementazione orale di alcali un potenziale beneficio.
In particolare, l'alcalinizzazione potrebbe rallentare la progressione renale contrastando il contributo di fattori infiammatori. Ciò ha portato la dottoressa Sarah C. Ray e i colleghi dell'Università di Augusta a studiare l'influenza della supplementazione orale di NaHCO3 sulla risposta antinfiammatoria sia nei modelli animali che nell'uomo.
In questo lavoro fondamentale glli autori hanno osservato uno spostamento della polarizzazione dei macrofagi dal fenotipo M1 (pro-infiammatorio) al fenotipo M2 (anti-infiammatorio), confermando l‘ipotesi che il NaHCO3 protegge la funzione renale riducendo l'infiammazione. Gli stessi autori hanno ipotizzato che gli effetti fossero mediati attraverso l'attivazione della via anti-infiammatoria colinergica passando per il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina dopo stimolazione vagale per agire sui macrofagi nella milza, confermando il bicarbonato rappresenta un metodo economico, efficace e facilmente accessibile per attivare la via antinfiammatoria colinergica nell'uomo.
C'è ancora molto lavoro da fare per determinare ulteriormente il pieno potenziale terapeutico di questi stimoli, specialmente se si considera l'efficacia e gli effetti collaterali.
È dunque sempre bene rivolgersi al medico per avere un preventivo consenso prima di assumere regolarmente il bicarbonato di sodio, soprattutto se si è in presenza di malattie in atto o in caso di terapie farmacologiche concomitanti.
Tra gli effetti avversi più comuni ci sono:
- disturbi gastrointestinali: crampi allo stomaco, distensione addominale, flatulenze;
- disturbi renali: tendenza alla formazione di calcoli renali;
- disturbi respiratori: difficoltà di respirazione;
- disturbi cardiovascolari: aumento della pressione arteriosa; eccessiva ritenzione idrica; edema polmonare.