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Ipertensione arteriosa: arrivano le nuove linee guida americane.

Scendono soglie minime di allerta e quasi un americano su 2 rientrerà nella categoria degli ipertesi.

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Un valore elevato di pressione arteriosa, o ipertensione, rappresenta un fattore di rischio di mortalità e morbidità per malattia cardiovascolare e renale ed è responsabile di  circa 7 milioni di morti con più di 65 milioni di anni di vita persi a livello globale annualmente. Si stima che il 25-30% della popolazione mondiale con età superiore ai 18 anni e più del 60% delle persone di età superiore ai 70 anni presenta elevati valori pressori. L’ipertensione è al secondo posto tra i fattori di rischio modificabili per mortalità legata a ictus e infarti, un silent killer che colpisce senza avvertire.

Durante ultimo Congresso dell’American Hearth Association (“Life is why”) tenutosi dall’11 al 15 Novembre ad Anaheim in California sono state presentate le nuove linee guida per la prevenzione, la diagnosi, la valutazione ed il trattamento dell’ipertensione arteriosa sotto la sigla congiunta delle diverse società scientifiche impegnate: ACC, AHA, AAPA, ABC, ACPM, AGS, APhA, ASH, ASPC, NMA, PCNA.
Prontamente pubblicate su Hypertension e Journal of the American College of Cardiology, rappresentano il primo aggiornamento dopo quasi quattordici anni: rispetto all’edizione 2003, scompare la categoria della ‘pre-ipertensione’ e si abbassa il livello di normalità. Quindi non più le sei categorie ad oggi indicate dalla Organizzazione Mondiale della  Sanità (WHO) e dalle principali società scientifiche coinvolte come la Società Internazionale dell’Ipertensione (ISH), la Società Europea dell’Ipertensione (ESH), e la Società Europea di Cardiologia (ESC):
  1. Ottimale: con PAS <120 mmHg e PAD <80 mmHg
  2. Normale: con PAS compresa tra 120-129 mmHg e PAD compresa tra 80-84 mmHg (pre-ipertensione)
  3. Normale-Alta: con PAS compresa tra 130-139 mmHg e PAD compresa tra 85-89 mmHg
  4. Ipertensione Stadio I: con PAS compresa tra 140-159 mmHg e PAD compresa tra 90-99 mmHg
  5. Ipertensione Stadio II: con PAS compresa tra 160-179  mmHg e PAD compresa tra 100-109 mmHg
  6. Ipertensione Stadio III: con PAS ≥180 mmHg e PAD ≥110 mmHg
Bensì cinque nuove categorie:
  1. NORMALE: con PAS <120 mmHg e PAD <80 mmHg
  2. ELEVATA : con PAS compresa tra 120-129 mmHg e PAD e PAD <80 mmHg
  3. IPERTENSIONE STADIO I: con PAS compresa tra 130-139 mmHg e PAD compresa tra 80-89 mmHg [La terapia farmacologica in questa categoria di ipertensione va prescritta solo: nei pazienti che abbiano già avuto un evento cardiovascolare - es. un ictus o un infarto -, in quelli ad alto rischio di ictus o infarto sulla base dell’età, in presenza di diabete mellito, di insufficienza renale cronica o ad elevato rischio di aterosclerosi (questo si valuta utilizzando lo stesso calcolatore di rischio impiegato per il colesterolo alto)]
  4. IPERTENSIONE STADIO II: con PAS >140 mmHg  mmHg e PAD >90 mmHg
  5. CRISI IPERTENSIVE: con PAS ≥180 mmHg e PAD ≥120 mmHg. [In questo caso gli autori consigliano una rapida correzione farmacologica in assenza di sintomi o il ricovero ospedaliero in presenza di segni o sintomi di danno d’organo].
Secondo questi nuovi criteri gli ipertesi Statunitensi potrebbero passare dal 32% al 46% della popolazione, la maggior parte dei quali gestibili con un accurato counselling sugli stili di vita (più che con farmaci antipertensivi). In particolare si stima che triplicheranno gli ipertesi “under 45” ed addirittura in questa stessa fascia d’età raddoppierà il numero delle donne.
 
Il danno vascolare causato dall’ipertensione – afferma il Dott. Paul K. Whelton, primo firmatario del documento, redatto da un panel di 21 esperti, e professore di salute pubblica presso la Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine e School of Medicine di New Orleans (USA) – inizia non appena la pressione comincia a salire. Se ci si focalizza solo sugli eventi, si ignora il processo dal suo inizio: il rischio cardiovascolare comincia ad aumentare già a 40 anni!”.

Le nuove linee guida dettagliano accuratamente il processo della misurazione della pressione arteriosa ribadendo, tra l'altro, l’attenzione nell’utilizzare un manicotto dello sfigmomanometro con una circonferenza adeguata al braccio del paziente. 
Nel documento, inoltre, si  sottolinea l’importanza delle misurazioni pressorie casalinghe per confermare la diagnosi di ipertensione ed adeguare la eventuale terapia: di grande aiuto per smascherare la "ipertensione da camice bianco" (cioè il riscontro di valori pressori elevati solo al cospetto del medico e di valori normali a casa) ma anche la cosiddetta "ipertensione mascherata" (cioè una pressione normale nello studio del medico ed elevata alle misurazioni casalinghe).
Necessario naturalmente utilizzare strumenti validati: infatti i criteri di normalità dei valori pressori cambiano a seconda del contesto o della tecnica di rilevazione adottata

Le altre principali novità?
  • Si alle associazioni di farmaci in un’unica pillola. Bisogna essere consapevoli del fatto che la maggior parte degli ipertesi avrà bisogno dell’associazione di 2-3 o più molecole per controllare adeguatamente i valori pressori. Per migliorare la compliance le nuove linee guida consigliano di ricorrere alla associazioni a dose fissa di più principi attivi in un’unica compressa.
  • Lo stato socio-economico e lo stress psicosociale vengono riconosciuti come fattori di rischio per ipertensione e in quanto tali vanno considerati nel progetto di cura del paziente. 
Visualizza il documento Highlights from the 2017 Guideline for the Prevention, Detection, Evaluation and Management of High Collegamnto esterno targetbp.org
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