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L’inquinamento ambientale danneggia anche i reni

Allerta Greenpeace ed USA: Microplastica e PFAS i nuovi nemici

Image by Chaiyan Anuwatmongkolchai from Pixabay
Image by Chaiyan Anuwatmongkolchai from Pixabay
Che il sale da cucina non fosse il miglior amico dei nostri reni era ben noto e certamente la scoperta di quanta plastica "trasporti" nei nostri piatti quotidianamente non aiuterà a farci cambiare idea.

I detriti di plastica che entrano nell'ambiente marino sono una preoccupazione globale. È stato stimato che almeno otto milioni di tonnellate di plastica siano state rilasciate negli oceani nel 2010 e che in media altre due tonnellate ogni anno vengano riversate in mare attraverso i nostri fiumi.

Molti studi avevano già identificato la presenza di microplastica nel comune sale marino in commercio ma è di questi giorni la pubblicazione di un analisi condotta da ricercatori di Greenpeace East Asia in collaborazione con la Incheon National University (Republic of Korea) basata sull'ipotesi che il sale da tavola possa essere considerato un indicatore dell'inquinamento dell'ambiente.

Il lavoro pubblicato su Environmental. Scence. Technology ha esaminato 39 “Brands” di sale marino prodotti ed acquistati nei supermercati di diversi paesi nei sei continenti, rappresentanti del consumo in 21 nazioni (compresa l’Italia con tre prodotti, due marini ed uno di roccia). A meno che i particolati non siano filtrati durante i processi di raffinazione è stata rilevata un'ampia quantità di microplastica:
  • 0-1674 n/kg nei sali marini,
  • 0-148 n/kg nel salgemma
  • e 28-462 n/kg nel sale del lago.
Contenuto di MP (microplastica) relativamente elevato è stato identificato nei sali marini prodotti in paesi asiatici.
 
Un altro studio, pubblicato a ottobre 2018 su Clin J Am Soc Nephrol, rileva che sostanze inquinanti comuni nell'ambiente possono danneggiare i reni. Infatti, riesaminando 74 studi condotti nell'arco di 28 anni su degli inquinanti ambientali ampiamente utilizzati, le Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici -PFAS), i ricercatori capeggiati dal Dott. John Stanifer hanno trovato le prove che queste sostanze chimiche contribuiscono alla patogenesi della Malattia Renale Cronica.

I PFAS dagli anni Cinquanta sono utilizzati nella filiera di concia delle pelli, nel trattamento dei tappeti, nella produzione di carta e cartone per uso alimentare, per rivestire le padelle antiaderenti e nella produzione di abbigliamento tecnico, in particolare per le loro caratteristiche oleo e idrorepellenti, ossia di impermeabilizzazione ed azione antimacchia. Inoltre si trovano in una vasta gamma di prodotti di consumo che le persone usano quotidianamente come pentole, scatole per pizza e smacchiatori.

Catene alchiiche idrofobiche fluorurate, in estrema sintesi sono acidi molto forti usati in forma liquida, con una struttura chimica che conferisce loro una particolare stabilità termica e li rende resistenti ai principali processi naturali di degradazione; sono state recentemente scoperte su basi militari e in forniture pubbliche di acqua, suolo, aria e acqua in tutte le regioni del mondo.
 
Il dott. Stanifer e i suoi colleghi hanno riscontrato molti eventi avversi legati all'esposizione a PFAS e, poiché i reni sono gli organi principalmente impegnati nella loro depurazione, hanno evidenziato che molti studi avevano già suggerito che i PFAS siano associati a peggiori esiti renali.
Di particolare preoccupazione, secondo l'articolo, è il fatto che i bambini possono avere una maggiore esposizione ai PFAS rispetto agli adulti.

Secondo la US Environmental Protection Agency, queste sostanze chimiche sono molto persistenti nell'ambiente e nel corpo umano (non vengono degradate e quindi si possono accumulare).

 
VEDI BIBLIOGRAFIA
  1. Global Pattern of Microplastics (MPs) in Commercial Food-Grade Salts: Sea Salt as an Indicator of Seawater MP Pollution. Kim JS, Lee HJ, Kim SK, Kim HJ. Environ Sci Technol, 2018 (PUBMED) (PDF).
  2. Perfluorinated Chemicals as Emerging Environmental Threats to Kidney Health: A Scoping Review. Stanifer JW1,2, Stapleton HM3, Souma T4, Wittmer A2, Zhao X2, Boulware LE5. Clin J Am Soc Nephrol. 2018 (PUBMED) (PDF). 
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